E-book: La disciplina delle società di comodo
Autore: Maria Lucia Pezone – Dottoranda in Diritto Penale, Cultrice della Materia presso l’Università della Campania “L.Vavitelli” e Trainee Solicitor in Londra
Coordinatore: Guido Ascheri – Ragioniere Commercialista, Chartered Accountant e Trainee Solicitor in Londra
La disciplina sull’imposizione delle società di comodo presenta diversi interessanti profili di indagine che meritano particolare attenzione. Innanzitutto, va ricordato che solo a partire dal 1994 con l’articolo 30 della Legge n. 7241, il Legislatore italiano ha dettato una disciplina specifica per le società di comodo, cui sono seguite una serie di modifiche, da ultimo per effetto dell’art. 7, d.lgs. 156 del 24 settembre 20152. Gli interventi legislativi che si sono succeduti in questo arco temporale sono stati spesso confusi e la mancanza di chiarezza emerge già dalla terminologia utilizzata dal Legislatore: l’art. 30 è rubricato “società di comodo”, laddove il testo disciplina presunzioni legali riguardo alle società non operative, ossia società di mero godimento di beni.
Difatti, sul piano teorico non sempre c’è sovrapposizione tra l’una e l’altra ipotesi: le società di comodo sono connotate da situazioni di interposizione soggettiva; le società non operative, invece, dalla non imprenditorialità dell’attività della società3. Sul piano pratico, e a quanto pare anche su quello legislativo, si tende a utilizzare come sinonimi le espressioni società di comodo/società non operativa.
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