Regno Unito: Il regime di re-domiciliazione societaria

Il governo ha recentemente, pubblicato una sintesi delle risposte alla consultazione sul regime di re-domiciliazione societaria.

Con tale documento, il governo ha rinnovato il proprio impegno per l’introduzione di un regime di ri-domiciliazione societaria nel Regno Unito.

Con la consultazione, la maggior parte degli intervistati si e’ dimostrata favorevole all’adozione di tale regime. Tuttavia, poiché la consultazione era incentrata sui principi di un regime di re-domiciliazione, gli intervistati erano, comprensibilmente, desiderosi di ricevere ulteriori dettagli sulla struttura del regime e di meglio comprenderne il funzionamento. Nel documento del governo sono stati sollevati alcuni punti chiave che hanno riguardato, tra i vari argomenti, i criteri di accesso, la tassazione e il funzionamento del regime su base bilaterale.

Per quanto riguarda i criteri di accesso, la maggioranza degli intervistati ha concordato con il governo che non sara’ necessario un test di sostanza economica, in particolare, dato che tale requisito non si applica, al momento, alle societa’ britanniche. Allo stesso modo, vi è stato consenso anche sul fatto che il regime dovra’ essere accessibile ad un’ampia gamma di entita’ societarie paragonabili alle entita’ societarie britanniche attualmente riconosciute e che il regime non dovra’ essere limitato ai veicoli di investimento collettivo.

Da un punto di vista fiscale, la maggior parte degli intervistati è favorevole a trattare una societa’ re-domiciliata nel Regno Unito come fiscalmente residente (soggetta ai trattati sulla doppia imposizione rilevanti), in modo da garantire la parita’ di trattamento con le societa’ originariamente costituite nel Regno Unito. Allo stesso modo, una societa’ che non e’ piu’ domiciliata nel Regno Unito, non sara’ piu’ ivi considerata fiscalmente residente (a condizione che la gestione ed il controllo della societa’ siano al di fuori del Regno Unito).

In relazione all’importazione di perdite, l’opinione generale e’ che la possibilita’ per una societa’ re-domiciliata in UK di utilizzare le perdite esistenti non costituisce un fattore di rischio, poiche’ e’ gia’ contemplata la possibilita’ per una societa’ estera di diventare residente fiscale nel Regno Unito semplicemente spostandovi la “sede centrale di controllo e gestione”, indipendentemente dalle perdite accumulate dalla societa’. Pertanto, le protezioni attualmente previste dovrebbero essere sufficienti per affrontare tale rischio.

Il trattamento delle plusvalenze e del costo di base dell’attivita’ immateriale in caso di re-domiciliazione e’, anch’esso, un punto chiave riguardante le questioni fiscali che emergono nel contesto della re-domiciliazione societaria. Sebbene il governo abbia identificato diversi aspetti dell’attuale tassazione dei trasferimenti di attivita’ sulla base delle disposizioni fiscali previste dalla normativa interna, non vi e’ stata una risposta chiara sul modo più appropriato per risolvere il problema.

La re-domiciliazione presenta, inoltre, potenziali conseguenze fiscali per la responsabilita’di amministratori e azionisti di societa’ re-domiciliate, in particolare, in relazione alla posizione delle azioni o dei titoli ai fini dell’imposta sulle successioni. Gli intervistati hanno suggerito l’introduzione di esenzioni e disposizioni di differimento specifiche per ridurre al minimo l’impatto fiscale per tali soggetti.

Nel corso della consultazione e’ stato, inoltre, chiesto se un regime di re-domiciliazione dovesse consentire la re-domiciliazione sia in entrata che in uscita. Nel documento recentemente pubblicato, il governo britannico ha osservato che la maggior parte degli intervistati ha mostrato il proprio consenso all’adozione di un regime bilaterale. Nonostante il sostegno mostrato nei confronti di un regime bilaterale, il governo non si e’ ancora pronunciato sul punto.

Si attendono ulteriori interventi in relazione alla proposta di introduzione di un regime di re-domiciliazione societaria, comprese ulteriori consultazioni pubbliche. Pertanto, resta da vedere come il governo affronterà ciascuna delle questioni sollevate.

Redazione