Sud Africa: interpretazione dei contratti commerciali

Le parti sono libere di scegliere la legge che desiderano governi il loro contratto. Tale legge disciplinerà gli aspetti sostanziali relativi al contratto quali la sua formazione, interpretazione, validità e risoluzione.

In caso di controversia, sara’ il tribunale a determinare la legge applicabile al contratto e, generalmente, applichera’ la legge scelta dalle parti, fatte salve alcune eccezioni.

Se le parti non hanno scelto espressamente la legge applicabile al contratto, il tribunale stabilirà se esiste una scelta tacita di legge. Ciò viene fatto cercando di determinare l’intenzione delle parti al momento della conclusione del contratto, attraverso la considerazione di vari fattori, come le circostanze del caso e qualsiasi riferimento nel contratto alle norme di un paese specifico.

Se non è possibile individuare una scelta tacita, sara’ il tribunale a determinare la legge applicabile al contratto. Di solito, si tratta della legge del luogo in cui il contratto è stato concluso o eseguito.

Le difficolta’ nascono quando non e’ possibile determinare con certezza la conclusione di un accordo vincolante. Se non esiste un accordo vincolante, non è stata scelta la legge applicabile ed il tribunale dovra’ stabile quale legge applicare  per determinare la validità del contratto.

In Sud Africa, quando si interpreta un contratto, è innanzitutto necessario individuare i termini contrattuali.

Una parte che afferma che un determinato termine fa parte del contratto ha l’onere di provare che le parti intendevano che tale termine fosse incluso nel contratto.

La legge sudafricana riconosce tre tipi di termini:

  1. termini espressi

Si tratta di termini espressamente concordati dalle parti. Ci sono quattro regole che i tribunali sudafricani utilizzano per determinare se un termine espresso fa parte del contratto:

  • Incorporazione per riferimento: se un contratto fa riferimento a un documento separato con sufficiente certezza, allora il contratto incorpora i termini di tale documento.
  • Parol Evidence Rule: se un contratto e’ stipulato in forma scritta, il tribunale presumerà che le parti intendessero che il documento riflettesse tutti i termini espressi del contratto e non considererà prove esterne (parol) che differiscono dal contratto scritto.

La regola è stata oggetto di critica, in particolare a causa del fatto che contiene varie eccezioni che possono creare confusione e vanificare lo scopo della regola. Nonostante queste critiche, la Corte Suprema d’Appello ha recentemente confermato che la norma rimane applicabile ai sensi del diritto sudafricano.

Secondo la regola dell’integrazione parziale, se un accordo è raggiunto, in parte, in forma scritta e in parte oralmente, la Parol Evidence Rule impedisce l’ammissione di prove estrinseche per contraddire e variare la parte scritta senza la prova dell’accordo orale.

  • Caveat Subscriptor Rule: una persona che firma un contratto è vincolata da tutti i termini in esso contenuti, anche se non li ha letti o non intende esserne vincolato, a meno che l’altra parte non abbia indotto in errore la persona in merito ai termini o se il documento contiene termini irragionevoli. La regola è un’eccezione al principio secondo cui le parti devono raggiungere un accordo soggettivo sui termini del contratto.
  • Ticket Case Rules: una parte è vincolata a un contratto, anche se non ha firmato il documento, se:
    • Intendeva esserne vincolata; o
    • se l’altra parte ha adottato misure ragionevoli per portare i termini alla sua attenzione.
  1. Termini impliciti

I termini possono essere impliciti per legge o per consuetudini commerciali.

Un termine implicito per legge è un termine che fa parte del contratto per effetto di legge. Questi termini si applicano automaticamente a un contratto, anche se l’accordo sui termini non è stato raggiunto dalle parti. Tuttavia, le parti possono, in alcuni casi, scegliere di modificare o escludere un termine implicito, previo accordo espresso.

I termini impliciti per consuetudini commerciali sono considerati tali quando una pratica commerciale e’ cosi’ consolidata che si presume faccia parte del contratto.

  1. Termini taciti

Un termine tacito è un termine che non è stato espressamente concordato, ma che può essere letto nel contratto a causa delle intenzioni delle parti. Questi assumono la forma di termini inespressi e termini imputati.

Il test per stabilire se un termine tacito debba essere ricavato da un contratto è il “test di implicazione necessaria”, che esamina se il termine è un’implicazione necessaria del contratto. Il test ha due elementi:

  • business efficacy test: un tribunale valuterà se il termine è necessario per rendere il contratto commercialmente valido; e
  • officious bystander test: il tribunale si chiedera’ cosa sarebbe successo se un una terza persona (bystander) fosse stata presente al momento della stipulazione del contratto e avesse chiesto alle parti se desideravano includere il termine nel contratto.

Una volta stabilito quali termini sono applicabili al contratto, occorre interpretarne il significato. La legge, a tal proposito, si è recentemente evoluta; tuttavia, è opportuno descrivere l’approccio a tre fasi precedentemente applicato.

Fase uno – i termini scritti del contratto: come affermato in precedenza, la parol evidence rule afferma che il tribunale può esaminare il contratto per accertare il significato dei termini espressi, poiché ciò riflette l’intenzione delle parti.

Un tribunale dovrebbe, in primo luogo, esaminare le parole scritte utilizzate dalle parti quando stipulano il contratto.

Fase due – le circostanze del caso: ulteriori fattori possono essere presi in considerazione solo se il significato del termine non e’ chiaro dall’analisi del contratto stesso.

Queste circostanze si riferivano a fatti che le parti avevano preso come riferimento al momento della stipulazione del contratto.

Se le due fasi precedenti non fossero state sufficienti per determinare il significato del contratto, il tribunale consentiva alle parti di provare cio’ che si erano dette in fase di negoziazione.

Fase tre – le regole di costruzione: il tribunale applica alcune regole di interpretazione:

  1. il tribunale trova l’interpretazione più corretta del termine, in modo che nessuna delle parti sia irragionevolmente svantaggiata;
  2. se la clausola puo’ essere interpretata in vari modi, di cui uno porta alla nullità e uno alla validità del contratto, verrà scelto il significato che favorisce la validità; e
  3. la regola del contra preferentem è usata come ultima risorsa e stabilisce che un termine sarà interpretato contro la parte responsabile della redazione della clausola.

Se, dopo tali tre fasi, il significato del contratto continua a risultare ambiguo, il contratto è nullo.

L’approccio a tre fasi appena descritto è stato duramente criticato in passato ed i recenti sviluppi giurisprudenziali hanno portato ad un un approccio meno rigido in relazione all’interpretazione dei contratti.

A questo proposito, i tribunali sudafricani riconoscono il concetto di “sostanza rispetto alla forma” e, nella giurisprudenza recente, e’ stato privilegiato un metodo di interpretazione che da effetto all’intenzione delle parti.

Una recente sentenza della Corte suprema d’appello ha sottolineato che, sebbene il punto di partenza rimane quello di interpretare le parole utilizzate dalle parti (poiché questo è l’unico mezzo attraverso il quale le parti hanno espresso la loro intenzione contrattuale), il processo di interpretazione non si ferma qui. Il significato letterale delle parole utilizzate nel contratto dovrebbe essere considerato alla luce del suo contesto.

In quanto tale, sembra che l’interpretazione non sia più un processo che si verifica per fasi, ma, essenzialmente, un processo unitario. Questo approccio viene ora seguito nei tribunali sudafricani, inclusa la Corte Costituzionale.

La rettifica ha luogo quando un contratto scritto, che riflette in modo errato l’intenzione comune delle parti, viene modificato per riflettere la loro intenzione. La parte che richiede la rettifica deve dimostrare l’intenzione comune delle parti, che il documento riflette in modo errato tale intenzione e che la registrazione errata dei termini è il risultato di un errore delle parti.

Redazione