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Regno Unito: verso l’introduzione di otto nuovi porti franchi

Tra le misure che il governo inglese intende adottare per la ripresa economica vi è l’introduzione di otto nuovi porti franchi. Sul punto i principali obiettivi sono:

  • istituire porti franchi come centri nazionali per il commercio e gli investimenti globali che coinvolgano tutto il Regno Unito;
  • favorire la creazione di nuovi posti di lavoro;
  • creare centri innovativi.

Vediamo innanzitutto cosa si intende per porto franco. In linea generale, un porto franco è un’area geografica situata in un porto (che può essere un aeroporto, un porto ferroviario o marittimo) dove o non vi sono dazi doganali o, se vi sono, le tariffe sono agevolate. I porti franchi, che senza dubbio rappresentano delle opportunità di investimento, godono di procedure doganali semplificate e di sgravi fiscali. Porti franchi si trovano, ad esempio, a Hong Kong, in Cina e negli Emirati Arabi Uniti. Allo stesso modo dei porti franchi, anche le zone franche sono soggette a tutta una serie di benefici, fiscali e giuridici. La differenza sta nel fatto che il porto franco è costituito prevalentemente allo scopo di assicurare sgravi fiscali e doganali, e quindi per incoraggiare le attività delle imprese che importano, processano e esportano merci; la zona franca invece può essere pensata per una vasta gamma di attività commerciali. Il governo inglese ha annunciato che questa politica di istituire porti franchi può essere seguita con maggiore flessibilità ora che il Regno Unito ha lasciato l’Unione europea, che comunque non esclude la possibilità di costituire al suo interno porti franchi (attualmente l’Unione europea ne conta 80).

Gli otto nuovi porti franchi dovrebbero essere operativi entro la fine del 2021 e saranno situati nell’aeroporto di East Midlands, Felixstowe & Harwich, Humber, Liverpool, Plymouth e South Devon, Solent, Teesside e Thames. Ciascun porto franco sarà costituito da una zona principale all’interno della quale si applicheranno le agevolazioni tariffarie e doganali; potranno poi anche essere istituite sottozone, o zone secondarie, dove troveranno applicazione altre e specifiche agevolazioni.

Non è possibile sin d’ora prevedere quale sarà l’impatto dell’introduzione dei porti franchi sull’economia britannica. Quel che è certo è che le imprese, soprattutto quelle che si occupano di spedizioni e di logistica, ne trarranno grandi benefici, in particolare:

  • Esenzione dai dazi doganali

Fatte salve disposizioni specifiche degli accordi commerciali del Regno Unito, per tutto il tempo in cui le merci si troveranno all’interno del porto franco, non saranno soggette a dazi. Questi ultimi saranno esigibili dal momento in cui le merci lasceranno il porto, verso il Regno Unito o altri stati. Inoltre, le imprese potranno usufruire dell’esenzione dai dazi doganali sulle merci importate in un porto franco, trasformate in prodotti finiti e successivamente esportate.

Nei casi in cui i prodotti finiti esportati beneficiano di un dazio inferiore all’aliquota del dazio applicata ai loro componenti sarà possibile un rimborso o la cosiddetta inversione del dazio. Ciò significa che l’azienda che esporta il prodotto finito pagherà solo il dazio più basso.

  • Semplificazione doganale

Alle merci importate nel porto franco che non saranno poi trasferite nel mercato inglese si applicheranno procedure doganali semplificate e minori controlli doganali. La semplificazione delle procedure doganali comporterà senza dubbio una riduzione dei costi amministrativi per le imprese.

  • Sgravi fiscali

Lo sgravio fiscale pensato per il porto franco comporterà:

  • esenzione totale della Stamp Duty, a condizione che il terreno o la proprietà venga impiegata per quello scopo specifico e con un periodo di clawback di 3 anni;
  • aliquota maggiorata del 10% delle indennità per strutture e fabbricati (rispetto all’aliquota standard del 3%) per la costruzione o ristrutturazione di immobili non residenziali; e
  • detrazioni in conto capitale del 100% per la spesa in nuovi impianti e macchinari da utilizzare nei siti di tassazione a porto franco.
  • 0% dei contributi previdenziali del datore di lavoro sugli stipendi di ogni nuovo dipendente che lavora nel porto franco.
  • Sgravio del 100% dalle tariffe commerciali in determinati locali commerciali all’interno dei porti franchi.

Come già detto, la previsione di introdurre nuovi porti franchi intende contribuire alla crescita economica, aumentando gli investimenti grazie ai vantaggi sopra illustrati. Inoltre, il governo intende fare dei porti franchi anche centri di innovazione, che consentano dunque a innovatori, start-up e imprese di pensare e mettere in campo nuove idee e tecnologie in una vasta gamma di settori. I vantaggi tariffari, le procedure doganali semplificate, gli sgravi fiscali e il potenziale di finanziamento consentiranno a innovatori, start-up e imprese di provare nuove tecnologie e sfidare il panorama esistente dei porti. Non meno importante è ricordare che i porti franchi rappresentano senza dubbio una buona opportunità per creare nuovi posti di lavoro, anche nelle aree meno sviluppate.

Redazione