Regno Unito: ultimi aggiornamenti sul Right to Work Check

Lo scorso 27 dicembre, Home Office ha annunciato delle modifiche al sistema di controlli al diritto al lavoro nel Regno Unito. Infatti, dal 6 aprile 2022, grazie all’introduzione dell’Identification Document Validation Technology, i datori di lavoro potranno eseguire i controlli sui cittadini inglesi e irlandesi, in possesso di un valido passaporto, attraverso il sistema di Identity Service Providers (IDSPs). Un’altra novità riguarda i lavoratori con un Biometric Residence Permits (BRPs), rispetto ai quali il diritto al lavoro potrà essere dimostrato solo attraverso la procedura online.

Il sistema di “Identity Service Providers (IDSPs)”

Come detto, dal 6 aprile 2022, i datori di lavoro potranno verificare il diritto al lavoro nel Regno Unito dei cittadini inglesi e irlandesi tramite il sistema di Identity Service Providers. Si tratta di un servizio che riduce le tempistiche del sistema dei controlli, tuttavia i costi per accedervi non sono ancora stati resi noti. A partire dal 5 aprile, nel caso di controlli manuali i datori di lavoro dovranno verificare i documenti in originale, non potendo più fare affidamento sulle copie o scannerizzazioni. L’Identity Service Providers deve essere certificato da un ente indipendente che conferma che il servizio offerto soddisfa gli standard richiesti da Home Office. Tutti gli Identity Service Providers certificati saranno inseriti in un elenco pubblico, disponibile sul sito del governo. Ogni datore di lavoro che sceglie di eseguire in proprio tale controllo dovrà preliminarmente ricevere le necessarie certificazioni e qualificarsi come IDSP. L’impiego di sistemi non certificati non consentirà al datore di lavoro di ottenere una “statutory excuse”.

Quanto al procedimento, l’IDSP si articola in cinque passaggi, così come descritti nella Guida 45 “Government Good Practice”, che consistono principalmente nel caricamento dei documenti richiesti e nella verifica che si tratti di prove valide. Anche se il datore di lavoro utilizza un IDSP, dovrà comunque verificare, di persona o da remoto tramite videochiamata, che i dati indicati nella documentazione corrispondano proprio al lavoratore. L’IDSP è tenuto a fornire al datore di lavoro i risultati del processo di verifica, che dovranno essere conservati dal datore di lavoro fino a due anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro.

È bene ricordare che, anche se con il sistema di IDSP viene di fatto esternalizzato il controllo sul diritto al lavoro dei lavoratori, la responsabilità di eseguire tali controlli resta a carico del datore di lavoro che deve anche predisporre un idoneo sistema di monitoraggio del right to work check, soprattutto per quelle situazioni rispetto alle quali tale diritto potrebbe in futuro venir meno.

Controlli online per il diritto al lavoro per i lavoratori con BRP

Attualmente, i controlli sul diritto al lavoro per coloro che posseggono un BRP possono essere condotti manualmente o utilizzando il servizio online. Invece, dal 6 aprile 2022, per questa categoria di lavoratori sarà obbligatorio eseguire il controllo solo tramite la procedura online. Il datore di lavoro inoltre non è tenuto a eseguire il controllo online se ha già fatto, prima del 6 aprile, quello manuale, secondo le modalità descritte dal governo al tempo del controllo. Tuttavia, se decide di ripetere il right to work check e viene a conoscenza della perdita di tale diritto da parte del lavoratore dovrà adottare le misure necessarie per essere sicuro che il lavoratore non sia assunto illegalmente.

Sul piano pratico, il lavoratore dovrà accedere al servizio di verifica online e condividere lo share code con il datore di lavoro. Con tale codice e la data di nascita del lavoratore, il datore di lavoro potrà accedere poi al servizio e controllare lo status, accertandosi di aver fatto accesso alla sezione giusta del servizio e avendo cura di stampare o scaricare la pagina come prova.

Redazione