Regno Unito: doveri fiduciari degli amministratori e attivismo

Gli amministratori hanno gli stessi doveri di diligenza quando si trovano a considerare una proposta rispetto alle situazioni in cui si trovano a prendere qualsiasi altra decisione del consiglio di amministrazione.

I doveri fiduciari degli amministratori si basano sul principio di equità, sono stati codificati nel Companies Act 2006 e includono il dovere di:

  • agire nel limite dei poteri a loro conferiti;
  • promuovere il successo della societa’;
  • esercitare un giudizio indipendente;
  • evitare conflitti di interesse;
  • non accettare benefici da terzi; e
  • dichiarare il proprio interesse in una transazione o in un accordo.

Gli amministratori hanno gli stessi doveri fiduciari nei confronti della società, indipendentemente dal fatto che essi siano anche azionisti o siano stati nominati da un azionista. Al contrario, gli attivisti che agiscono esclusivamente in qualità di azionisti non hanno alcun obbligo fiduciario nei confronti della società.

L’attivismo degli azionisti e’ in continua crescita, quindi il coinvolgimento effettivo degli azionisti sta diventando una questione ancora più importante per gli amministratori. Proprio come la natura delle campagne di attivisti si è evoluta, così si è evoluta anche la tattica adottata dai consigli di amministrazione in risposta a tali campagne. Il cambiamento chiave negli ultimi tempi è la crescente volontà delle aziende di essere proattive e di impegnarsi con gli azionisti sulle questioni che questi ultimi sollevano.

Le aziende possono adottare una varietà di strategie in preparazione ad una campagna di questo tipo. In linea di massima, le società dovrebbero monitorare regolarmente il proprio registro degli azionisti e mantenere un dialogo aperto con questi ultimi. È importante che le aziende adottino metodi di autovalutazione idonei per identificare le aree da rafforzare e mitigare le potenziali vulnerabilità, anticipando le preoccupazioni degli investitori. Le aziende dovrebbero adottare strategie per reagire alle campagne di attivisti.

Qualsiasi azienda può essere bersaglio dell’attivismo degli azionisti e, oltre ad una efficace governance aziendale e al continuo coinvolgimento degli azionisti, le aziende non hanno molte difese per evitare di finire nel mirino di una campagna di attivisti. Le cosiddette “poison pills defences” non sono disponibili nel Regno Unito: invocare tale difesa potrebbe costituire una violazione dei doveri fiduciari di un amministratore nei confronti della società. Gli attivisti, in genere, si concentrano su aziende che stanno sperimentando una sottoperformance finanziaria.

In relazione a un’offerta pubblica di acquisto per una società pubblica disciplinata dal Codice sulle acquisizioni e sulle fusioni, gli amministratori devono rispettare determinate regole. Uno dei principi chiave del Codice delle acquisizioni è che il consiglio di amministrazione non deve negare agli azionisti l’opportunità di decidere sul merito dell’offerta. Di conseguenza, gli amministratori devono ottenere l’approvazione degli azionisti per qualsiasi atto che possa comportare la frustrazione di qualsiasi offerta o possibile offerta fatta in buona fede. Il modo più efficace con cui le aziende possono combattere l’attivismo degli azionisti è il coinvolgimento proattivo degli stessi.

L’uso di accordi transattivi privati per porre fine alle controversie con attivisti sta diventando sempre più popolare nel Regno Unito, così come la natura delle campagne di attivisti ha continuato a evolversi. Gli accordi transattivi costituiscono un mezzo per evitare il significativo drenaggio di risorse che una lunga battaglia pubblica può comportare. In genere, tali accordi includeranno una serie concordata di azioni che l’azienda deve intraprendere, come la nomina dei candidati degli attivisti al consiglio di amministrazione. In cambio, potrebbe esserci un accordo di sospensione in relazione alla partecipazione dell’attivista nella società. Un esempio nel Regno Unito è stato l’accordo transattivo stipulato tra Elliott Management e AllianceTrust. In base a tale accordo, Alliance Trust si è impegnata a nominare due amministratori non esecutivi, proposti da Elliott. In cambio, Elliott si e’ impegnato a supportare il consiglio d’amministrazione su tutte le altre delibere e di non protestare pubblicamente contro la societa’ fino alla successiva assemblea generale annuale.

Gli investitori istituzionali nel Regno Unito stanno diventando molto più proattivi per quanto riguarda le campagne di attivisti di quanto non sarebbero stati tradizionalmente.

Redazione