Quando una società diviene insolvente, gli amministratori hanno il dovere di tutelare gli interessi dei creditori della società. Gli amministratori possono, quindi, essere ritenuti responsabili per le azioni che intraprendono prima della cessazione dell’attività di una società e durante l’insolvenza. Ciò comprende:
– Negoziazioni illecite: se gli amministratori continuano a svolgere l’attività aziendale e contraggono ulteriori debiti pur sapendo che non era possibile evitare l’insolvenza, potranno essere ritenuti responsabili per tali operazioni illecite.
– Commercio fraudolento: se gli amministratori continuano a gestire un’impresa e contraggono ulteriori debiti, pur sapendo che non c’era modo per la società di evitare l’insolvenza e con l’intento di frodare i creditori, saranno ritenuti responsabili per tali transazioni fraudolente.
– Garanzie personali: le misure di insolvenza comporteranno, solitamente, l’esecuzione di eventuali garanzie personali fornite dagli amministratori per i debiti della società.
– Pagamenti preferenziali: se si sospetta l’insolvenza, una società deve trattare tutti i creditori equamente. Se un creditore riceve trattamenti preferenziali rispetto agli altri e ne trae vantaggio, gli amministratori potranno essere ritenuti personalmente responsabili dei pagamenti effettuati al creditore privilegiato.
– Transazioni a svalutazione: se si verifica un trasferimento di attività per un valore inferiore al valore di mercato nei due anni precedenti l’insolvenza, gli amministratori possono essere ritenuti personalmente responsabili e sara’ loro richiesto di contribuire alla differenza di valore.